Istituto Cattaneo

Comunali 2016 – Come voteranno gli elettori del Movimento 5 stelle? Un’analisi retrospettiva delle scelte nei ballottaggi dal 2011 al 2016

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A pochi giorni dai ballottaggi delle elezioni comunali, una delle domande che si pongono gli analisti interessati agli esiti del voto riguarda il comportamento degli elettori del Movimento 5 stelle nelle sfide in cui il candidato di questo partito non sarà presente. In diverse città importanti – a cominciare da Milano – questi elettori potranno essere decisivi.

Subito dopo l’apertura delle urne del primo turno, c’è chi ha cominciato ad ipotizzare scenari di accordo più o meno esplicito tra le forze del centrodestra e il Movimento 5 stelle. I leader di Ln e FdI avevano del resto chiaramente indicato che, nel caso di eventuali ballottaggi tra candidati del centrosinistra e candidati pentastellati, avrebbero optato per questi ultimi. I leader del M5s, invece, in linea col loro tradizionale rifiuto di qualsiasi alleanza o accordo con altre forze politiche, non hanno reciprocato queste “aperture”, lasciando libertà di scelta ai “cittadini”. Al di là delle dichiarazioni ufficiali, ci si può però chiedere quali siano stati nel recente passato i comportamenti di voto degli elettori 5 Stelle nel ballottaggi in cui non era presente un loro candidato; e possiamo chiedercelo sulla base dell’analisi dei flussi elettorali che l’Istituto Cattaneo ha svolto in alcune di questa situazioni. Ripercorrendo i ballottaggi degli anni scorsi a cui gli elettori del Movimento 5 stelle hanno dovuto scegliere tra centrosinistra, centrodestra e astensione è possibile probabilmente individuare diverse fasi della storia di questa formazione politica, caratterizzate da mutamenti nell’identità degli elettori e nel loro legame con l’organizzazione partitica.

 

Una prima fase è quella che chiamiamo “movimentista”: il Movimento 5 stelle pesca i suoi elettori nella base dei partiti e dell’associazionismo di sinistra, grazie ai temi dei discorsi di Beppe Grillo (ecologismo, consumerismo, ecc.): in questa fase iniziale nella quale i consensi sono limitati e il Movimento non è ancora in grado di porsi come sfida al sistema dei partiti tradizionali, l’identità degli elettori resta in larga misura subalterna alla sinistra, di cui si percepisce come una momentanea alternativa, necessaria a dare una “scossa”. Ai ballottaggi prevale quindi il voto per i partiti di sinistra. I ballottaggi studiati dall’Istituto Cattaneo di Milano (2011) e Monza (2012) rientrano in questa fattispecie.

 

La seconda fase è quella che chiamiamo “identitaria”: nel momento in cui il M5s amplia i propri consensi e si pone quale forza che aspira a sfidare apertamente gli altri partiti, cambiano le cose anche ai ballottaggi. Centrodestra e centrosinistra sono ormai entrambi rifiutati e l’astensione diventa la scelta largamente prevalente. Questa scelta afferma dunque l’affrancamento del Movimento dalle sue origini e l’affermazione della propria “alterità”.

Il passaggio dalla prima alla seconda fase si svolge tra il 2012 e il 2013. Ovviamente, non si tratta di una scansione precisa e identica in ogni zona del paese: là dove i consensi sono cresciuti prima o in aree come l’Emilia-Romagna, dove i partiti di sinistra erano egemoni e venivano quindi più facilmente identificati come “nemico” da combattere, la fase identitaria è probabilmente giunta prima.

In questa fase si possono far rientrare – fra quelli studiati dall’Istituto Cattaneo – i ballottaggi di Alessandria (2012), di Rimini (2012), di Roma (2013), di Venezia (2015).

 

A questo punto ci si può chiedere se negli imminenti ballottaggi le scelte degli elettori pentastellati saranno ancora improntate alla difesa dell’alterità oppure seguiranno anche considerazioni di natura “politica” (optando – a partire da Milano – per i candidati del centrodestra, in quanto visti come contrapposti all’attore politico che il M5s reputa come principale avversario, ossia Matteo Renzi). Se ciò si verificasse si tratterebbe del passaggio a una terza fase, che potremmo chiamare per l’appunto “politica”. In questa fase la lealtà degli elettori verso il partito non sarebbe più legata esclusivamente ai temi (prima fase) o all’affermazione della propria alterità (seconda fase): il legame sarebbe piuttosto con gli obiettivi di vittoria politica del partito. In quest’ottica, i “giochi” politici, i vincoli e le opportunità del contesto politico non sarebbero più rifiutate in nome della purezza identitaria, ma contribuirebbero in modo decisivo alle scelte degli elettori. Il recente ballottaggio di Bolzano (2016) indica la prevalenza di scelte a favore del centrodestra. Si tratta di una città dalle caratteristiche peculiari e di dimensioni ridotte, per cui non può certo essere considerata rappresentativa dell’intero paese. Può tuttavia essere un segnale che spinge a guardare con attenzione quel che accadrà il 19 giugno.

 

Venendo ai dati, nei comuni citati, in occasione delle elezioni comunali svoltesi tra il 2011 e il 2016, abbiamo stimato i flussi di voto tra primo e secondo turno. I risultati sono riportati nel grafico dove viene mostrato come si distribuiscono – tra candidato del centrosinistra, candidato del centrodestra e astensione – gli elettori che al primo turno avevano scelto il M5s.

M5S

Fonte: Istituto Cattaneo

 

Brevemente, possiamo notare che a Milano nel 2011 72{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f} degli elettori del M5s al secondo turno sceglieva il candidato del centrosinistra. A Monza l’anno dopo il centrosinistra si confermava la scelta maggioritaria (51{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f}). Nello stesso anno, però, Alessandria – dove i consensi del M5s avevano già raggiunto le due cifre – e a Rimini, la scelta maggioritaria (80{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f} in un caso, 60{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f} nell’altro) è l’astensione. Così come a Roma nel 2013 (60{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f}) e a Venezia nel 2015 (79{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f}). A Bolzano nel 2016, per la prima volta tra i comuni da noi analizzati, prevale invece la scelta del centrodestra (43{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f}).

 

Questa nostra ipotesi interpretativa – di uno slittamento dei 5 Stelle da una posizione riconducibile all’alveo della sinistra, a una fase di affermazione della propria identità autonoma, per poi passare a considerazioni d’ordine politico oggi sostanzialmente riconducibili all’ostilità verso Renzi e al governo in carica – è per ora basata su un numero ridotto di osservazioni. Sarà il risultato di questo ballottaggio a darle conferma o smentita.

 

 

A cura di Rinaldo Vignati e Michelangelo Gentilini

 

Fondazione di ricerca Istituto Carlo Cattaneo

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Sito web: www.cattaneo.org

 

 

Nota: le elaborazioni su Venezia sono tratte da un precedente comunicato dell’Istituto Cattaneo a cura di A. Pedrazzani e L. Pinto, quelle su Roma da un articolo di L. Pinto e M. Regalia apparso su “Il Mulino”, n. 3/2014.