Su 1.200 alunni terza media: 32{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f} non va a museo, 20{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f} non fa sport
Bologna, 26 set. – Un terzo non va mai al museo nel corso dell’anno, il 20{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f} non fa sport e la stragrande maggioranza non fa musica. Se non a scuola. E’ questa la fotografia scattata dall’Istituto Cattaneo sui 13enni di Bologna, con un questionario che ha coinvolto circa 1.200 studenti di terza media in 11 scuole della città. I ragazzi e le loro famiglie hanno risposto a 140 domande, che indagavano sia la condizione reddituale e professionale dei genitori (indicati nel questionario come parente 1 e parente 2) sia l’ambiente in cui vivono gli adolescenti. I risultati, presentati ieri pomeriggio in Comune, si riferiscono all’anno scolastico 2015-2016 e a gennaio dovrebbero arrivare anche quelli sull’anno successivo. “Il risultato più sorprendente, in una città come Bologna- sottolinea Andrea Gentili, ricercatore del Cattaneo- è che il 32{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f} dei ragazzi non visita un museo nell’arco dell’anno al di fuori dagli obblighi scolastici”. Inoltre, l’80{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f} non fa musica e il 20{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f} non fa sport se non a scuola. E “l’abbandono scolastico è più alto in alcune zone della città rispetto ad altre”.
Alle domande ha risposto circa il 70{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f} degli intervistati: nel 74{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f} dei casi si tratta di famiglie italiane, il 13{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f} sono straniere e il 9{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f} sono miste. Tante le differenze, sia tra padri e madri sia tra autoctoni e migranti. Il 92{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f} dei padri italiani ha un’occupazione, mentre il 36{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f} degli stranieri non risponde alla domanda. Per quanto riguarda le madri, invece, quelle italiane hanno un tasso di disoccupazione triplo rispetto agli uomini (9,5{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f}), mentre le migranti si dividono in tre fasce: il 52,7{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f} lavora (“Ma spesso sono madri sole con figli- sottolinea Gentili- quindi in situazione comunque di fragilità economica”), il 20,5{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f} e’ disoccupata e il 25{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f} non risponde alla domanda. Tra gli occupati, però, risulta maggiore il monte ore lavorate per gli autoctoni rispetto agli stranieri.
A livello di reddito, ma non è una novità, le donne sono in generale più penalizzate rispetto agli uomini. Per quanto riguarda il livello di istruzione, i genitori italiani hanno prevalenza un’istruzione medio-alta, i migranti medio-bassa (ma almeno un terzo non risponde alla domanda). “C’è una correlazione forte tra il livello di istruzione dei genitori e le performance dei ragazzi- afferma il ricercatore del Cattaneo- e abbiamo notato una correlazione tra il livello di reddito in particolare dei padri e i risultati scolastici dei figli”.
In poche parole, chi ha il genitore più ricco sembrerebbe andare meglio a scuola, forse perchè “ha più strumenti a disposizione e vive in zone della città culturalmente più avvantaggiate”, ragiona Gentili. Il dato però è riferito a un anno solo e quindi “è da approfondire e verificare negli anni successivi”, anche perchè “in letteratura è la figura materna che normalmente incide di più” sui livelli educativi e scolastici dei figli. Dall’analisi del Cattaneo, infine, emerge un altro dato da approfondire. “A fronte di un livello educativo dei genitori più alto- riferisce Gentili- sale il punteggio Invalsi, mentre sul voto di classe assegnato dall’insegnante, la differenza è minima”. Alla presentazione della ricerca del Cattaneo hanno partecipato anche la vicesindaco Marilena Pillati, che sottolinea come “dietro questa fotografia ci siano situazioni complesse”, e la senatrice Pd Francesca Puglisi. “E’ un’indagine utile, che va portata avanti- afferma la parlamentare dem- è la conferma che la scuola non funziona più come ascensore sociale e dimostra la necessità di investire nelle zone di educazione prioritaria”.