Istituto Cattaneo

Referendum Veneto 2017 – Non solo Lega

Anche i cinquestelle in massa per il Sì in Veneto

Referendum per l’autonomia del Veneto:
analisi dei flussi elettorali in 3 città (Padova, Treviso, Venezia)

 

Leggi qui l’articolo completo

 

Come in ogni appuntamento elettorale, anche in occasione del referendum per l’autonomia del Veneto l’Istituto Cattaneo ha compiuto delle analisi sugli spostamenti di voto verificatisi rispetto a precedenti consultazioni. In questo caso, in ragione della disponibilità dei dati necessari allo svolgimento col “modello di Goodman” delle stime, sono stati considerati tre comuni (Padova, Treviso e Venezia). Il confronto è stato fatto con le elezioni politiche del 2013. Le indicazioni che emergono dai tre casi sono sostanzialmente convergenti e, se da un lato, mostrano alcuni risultati scontati, dall’altro, fanno intravedere risultati che possono essere considerati più sorprendenti e quindi di valore politico maggiore.

Prima di iniziare ad esaminare i risultati dobbiamo segnalare che il Vr (ossia l’indice della “bontà” delle stime statistiche) relativo a Venezia è risultato pari a 18,9 e quindi piuttosto elevato (vedi nota conclusiva) – per gli altri due comuni il Vr è risultato pari a 11,5 e 11,9 e quindi inferiore alla soglia di 15, che solitamente consideriamo come “critica”. Le stime relative al comune di Venezia devono quindi essere prese con maggiore cautela, anche se quel che emerge da esse appare del tutto in linea con gli altri due comuni.

 

 

La Lega e il centrodestra

 

Un primo risultato del tutto scontato e prevedibile è quello che mostra – in tutte e tre le città considerate – l’unanime partecipazione a favore del Sì degli elettori leghisti (tabella 1). È un dato che non ha bisogno di molti commenti. La Lega è stata la principale promotrice del referendum ed è un partito che, rispetto alle elezioni del 2013, ha rafforzato la propria presenza e il proprio peso elettorale: del tutto prevedibile che i suoi sostenitori andassero in massa a sostenere la consultazione per l’autonomia.

 

Tabella 1. Come hanno votato 100 elettori che alle politiche del 2013 scelsero Lega Nord

Si No Astensione Totale
Venezia 100,0 0,0 0,0 100,0
Treviso 100,0 0,0 0,0 100,0
Padova 100,0 0,0 0,0 100,0

Fonte: elaborazioni Istituto Cattaneo su dati dei siti dei comuni

 

All’interno delle altre forze della coalizione del centrodestra non c’è però altrettanta unanimità (tab. 2). L’elettorato che nel 2013 scelse il Pdl fa emergere qualche defezione. Una quota di un certo rilievo (pari al 20{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f} a Treviso, al 28{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f} a Padova e – si ricordino le cautele di cui si diceva prima – al 68{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f} a Venezia) ha infatti disertato le urne. Si tratta di un risultato che appare in linea con precedenti consultazioni elettorali, ossia con la tradizionale refrattarietà di una parte dell’elettorato “berlusconiano” ad impegnarsi nelle consultazioni referendarie. Anche al referendum costituzionale del 2006, quello che dava l’opportunità di pronunciarsi proprio sulla riforma promossa dal governo di centrodestra, una parte consistenti di elettori berlusconiani rimasero a casa il giorno il voto.

 

Tabella 2 Come hanno votato 100 elettori che alle politiche del 2013 scelsero Pdl

Si No Astensione Totale
Venezia 32,4 0,0 67,6 100,0
Treviso 77,6 1,9 20,5 100,0
Padova 70,6 1,1 28,3 100,0

Fonte: elaborazioni Istituto Cattaneo su dati dei siti dei comuni

 

 

 

Il Movimento 5 stelle

 

Un dato certamente interessante, e su cui si può aprire un’interessante discussione, è quello che mostra – in tutte e tre le città considerate – gli elettori del M5s (ripetiamo: gli elettori che alle politiche del 2013 scelsero M5s) unanimemente favorevoli al Sì (tab. 3). È un segno che – affiancato a ciò che emergeva in precedenti consultazioni referendarie (quella sulle trivellazioni in mare nel 2016 e quella sulla riforma costituzionale sempre nel 2016) – indica che questo elettorato si va consolidando sempre di più: in ogni votazione il “partito di Grillo” identifica un chiaro obiettivo politico e il suo elettorato agisce di conseguenza. In questo caso, la promozione dell’autonomia del Veneto è stata, evidentemente, percepita come uno strumento da utilizzare contro il “sistema” a cui il M5s si oppone. L’elettorato di questa forza politica ha dato una risposta compatta e unanime (per avere un quadro più completo si tratterà, non appena i dati necessari saranno disponibili, di vedere in che misura in Lombardia, dove l’affluenza è stata minore, il comportamento dei “grillini” sia stato simile a quello registrato in Veneto).

 

Tabella 3. Come hanno votato 100 elettori che alle politiche del 2013 scelsero M5s

Si No Astensione Totale
Venezia 99,9 0,1 0,0 100,0
Treviso 99,5 0,5 0,0 100,0
Padova 99,8 0,2 0,0 100,0

Fonte: elaborazioni Istituto Cattaneo su dati dei siti dei comuni

 

 

Il Pd, il centro e la sinistra

 

Gli elettori che nel 2013 scelsero il Pd si dividono. A prevalere è la scelta del non-voto (a cui aderisce una quota compresa fra il 57{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f} di Venezia e il 66{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f} di Padova). Vi è però anche una fetta rilevante (pari, all’incirca, a un terzo) che, in linea con l’indicazione di alcuni esponenti di questo partito, ha scelto di recarsi alle urne e votare Sì. Vi è infine un 3{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f} che sulla scheda ha votato No (tab. 4).

 

Tabella 4. Come hanno votato 100 elettori che alle politiche del 2013 scelsero Pd

Si No Astensione Totale
Venezia 39,2 3,4 57,4 100,0
Treviso 32,2 3,2 64,6 100,0
Padova 30,2 3,4 66,4 100,0

Fonte: elaborazioni Istituto Cattaneo su dati dei siti dei comuni

 

Occorre tener conto che, rispetto alle elezioni del 2013, l’elettorato Pd è molto cambiato. Le analisi sui flussi delle europee 2014 avevano mostrato che aveva incorporato la quasi totalità degli elettori della “coalizione Monti”. La scissione verificatasi in tempi più recenti (Mdp) ha poi fatto perdere una quota di voti alla sua sinistra.

Nella tabella 4 stiamo dunque osservando il Pd attraverso una “fotografia” che non corrisponde più in modo preciso alla realtà. Ai dati della tabella 4 possiamo allora aggiungere altri dati che riguardano, in primo luogo, gli elettori che nel 2013 optarono per le forze di sinistra (Sel e Rivoluzione civile) e, in secondo luogo, gli elettori che alle ultime politiche votarono per i partiti dell’alleanza Monti.

Le scelte degli elettori che votarono per Sel e per Rivoluzione civile sono unanimemente orientate all’astensione (tab. 5). Il medesimo orientamento si può presumere sia stato adottata anche dagli scissionisti di Mdp.

 

Tabella 5. Come hanno votato 100 elettori che alle politiche del 2013 scelsero i partiti di sinistra (Sel e Rivoluzione civile)

Si No Astensione Totale
Venezia 0,0 0,0 100,0 100,0
Treviso 0,0 3,7 96,3 100,0
Padova 0,0 0,8 99,2 100,0

Fonte: elaborazioni Istituto Cattaneo su dati dei siti dei comuni

 

I “centristi” (ossia coloro che nel 2013 scelsero i tre partiti della “Coalizione Monti” – Scelta civica, Futuro e libertà, Udc) mostrano un comportamento che (a parte qualche scostamento a Padova) appare sostanzialmente in linea con quel che è emerso nell’elettorato Pd: prevalenza dell’astensione con una quota non trascurabile di elettori orientati per il Sì (tab. 6).

 

Tabella 6. Come hanno votato 100 elettori che alle politiche del 2013 scelsero i partiti di sinistra (Sel e Rivoluzione civile)

Si No Astensione Totale
Venezia 31,7 1,8 66,5 100,0
Treviso 28,7 2,1 69,2 100,0
Padova 8,1 2,2 89,7 100,0

Fonte: elaborazioni Istituto Cattaneo su dati dei siti dei comuni

 

 

Analisi di Rinaldo Vignati (340-3758112)

 

Fondazione di ricerca Istituto Carlo Cattaneo

Tel. 051235599 / 051239766

Sito web: www.cattaneo.org

 

 

 

 

Nota metodologica

 

I flussi elettorali sono gli interscambi di voto avvenuti fra i partiti nel corso di due elezioni successive. Nel nostro caso vengono stimati per singole città sulla base dei risultati delle sezioni elettorali. Si tratta di stime statistiche, e quindi di misure affette da un certo margine di incertezza. Le nostre analisi sono effettuate «su elettori» e non «su voti validi», al fine di poter includere nel computo anche gli interscambi con l’area del «non-voto» (astenuti, voti non validi, schede bianche).

 

Il mero confronto fra gli stock di voti dei partiti di due elezioni non è sufficiente a spiegare gli spostamenti di voto effettivamente avvenuti, in quanto mascherano i reali flussi di voto che possono anche produrre saldi nulli. L’individuazione dei reali flussi elettorali può avvenire mediante due tecniche.

La prima consiste nell’intervistare un campione di elettori sul voto appena dato e sul voto precedente (con i problemi connessi a tutte le forme di sondaggio elettorale, in questo caso aggravati dalle défaillances della memoria e dalla riluttanza degli intervistati ad ammettere il loro eventuale astensionismo). La seconda – ed è la tecnica qui utilizzata – consiste nella stima statistica dei flussi a partire dai risultati di tutte le sezioni elettorali di singole città (la tecnica, detta «modello di Goodman», non è applicabile sull’intero paese, né su aggregati territoriali troppo ampi, ma può essere condotta solo su singole città a partire dai risultati delle sezioni elettorali, assumendo che i flussi elettorali siano stati gli stessi in tutte le sezioni della città, a meno di oscillazioni casuali). L’errore statistico è quantificato dall’indice VR (più è elevato maggiore è l’incertezza della stima) riportato per tutte le città studiate: nella situazione ottimale questo indice deve avere valore inferiore a 15. In questo caso il Vr è risultati pari a 11,9 (Padova), a 11,5 (Treviso) e a 18,9 (Venezia). Le stime relative a Venezia devono, come già detto, essere prese con maggior cautela.