Gli elettorati della coalizione di centrosinistra non si integrano.
Il centrodestra conquista voti trasversalmente.
Dopo aver analizzato i flussi elettorali a Perugia, l’Istituto Cattaneo prosegue lo studio dei movimenti di voto verificatisi in Umbria con l’esame dei flussi nella città di Terni. Anche qui lo studio prende in esame gli spostamenti di voto tra le politiche del 2018 e le regionali del 2019.
Il metodo utilizzato è il cosiddetto “modello di Goodman”: si tratta dunque di stime statistiche.
I flussi elettorali sono gli interscambi di voto avvenuti fra i partiti nel corso di due elezioni successive. Nel nostro caso vengono stimati per singole città sulla base dei risultati delle sezioni elettorali. Si tratta di stime statistiche, e quindi di misure affette da un certo margine di incertezza.
Le nostre analisi sono effettuate «su elettori» e non «su voti validi», al fine di poter includere nel computo anche gli interscambi con l’area del «non-voto» (astenuti, voti non validi, schede bianche).
Per il 2018 i partiti considerati sono i seguenti: Leu, l’intera coalizione di centrosinistra (i voti dei piccoli “cespugli” di questa coalizione sono stati aggregati al Pd), il M5s, FI (a cui è stato aggregato Noi con l’Italia-Udc), Lega, FdI e tutti gli “altri”. In riferimento al 2018 non parliamo dunque di Pd ma di “centrosinistra” (anche se, in buona sostanza, le due entità coincidono).
Per il voto regionale al 2019 avremo invece le seguenti forze politiche (o aggregati): Pd, M5s, “altri di centrosinistra” (i voti per il candidato Bianconi e per le liste civiche che lo sostenevano), Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, “altri di centrodestra” (i voti per la candidata Tesei e per le liste civiche che lo sostenevano), “altri” (tutti gli altri voti per i candidati “minori” e le loro liste).
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