Domenica 27 ottobre si sono tenute le elezioni regionali in Umbria. A quattro anni di distanza dalle consultazioni precedenti (31 maggio 2015), queste elezioni si preannunciavano particolarmente rilevanti per almeno due ragioni. Innanzitutto, perché si trattava delle prime elezioni regionali immediatamente successive alla formazione del governo Conte II, e i risultati del voto sono inevitabilmente interpretati dalle forze politiche e dai commentatori come un primo test elettorale, per quanto limitato e parziale, dell’esecutivo attualmente in carica. A ciò si aggiunga la profonda trasformazione osservata nell’offerta elettorale, con la formazione di due schieramenti che vedevano contrapposti, da un lato, il centrodestra in formato classico (da Forza Italia a Fratelli d’Italia, con il baricentro della Lega) e, dall’altro, una nuova alleanza giallo-rossa composta dal Partito democratico (Pd) e dal Movimento 5 stelle (M5s). Le Regionali umbre hanno fornito, dunque, un primo banco di prova per i due schieramenti e, soprattutto, per capire se l’anomala alleanza tra Pd e pentastellati può essere trasferita strutturalmente anche a livello locale.
In secondo luogo, il voto di domenica era considerato rilevante anche perché inserito all’interno di una regione che, fino a qualche decennio fa, avremmo definito stabilmente «rossa», mentre da qualche tempo si caratterizza per la sua elevata contendibilità elettorale. Se fino alla settimana scorsa l’Umbria è sempre stata controllata e amministrata, senza alcuna interruzione, dai partiti di sinistra o centrosinistra, le elezioni di domenica hanno presentato uno scenario nettamente più competitivo in cui la stessa vittoria del centrodestra veniva considerata molto probabile già alla vigilia del voto.
Quindi, il voto regionale di domenica ha assunto una rilevanza che va oltre gli stretti confini dell’Umbria e potrebbe avere importanti ripercussioni sulle dinamiche politiche nazionali. Per questo motivo, l’Istituto Cattaneo ha deciso di analizzare in maniera dettagliata i risultati elettorali delle Regionali umbre, tenendo insieme una prospettiva storica di lungo periodo con un’analisi più recente sulla geografia dei consensi ai principali partiti.