Le elezioni europee si sono svolte in Spagna in un contesto politico unico nel panorama continentale ed inedito nella storia del paese.
Oltre che per scegliere i propri rappresentanti all’europarlamento, il 26 maggio gli spagnoli sono stati infatti chiamati alle urne anche per rinnovare le assemblee di 12 comunità autonome (su 17) e quelle degli oltre 8.000 comuni che compongono il tessuto municipale del paese. Se l’accorpamento in un unico election day delle europee con il voto regionale e locale era già avvenuto in passato (nel 1987 e nel 1999), la novità dirompente del 2019 è che tale election day si è svolto a meno di un mese di distanza dalle consultazioni politiche tenutesi il 28 aprile.
Un voto multi-livello così congegnato – con le europee, le regionali e le municipali che seguono a ruota le elezioni politiche – è un evento inedito nella storia spagnola. Innanzitutto, è la prima volta che le consultazioni per i quattro i livelli di governo si svolgono nello stesso anno, “dando le carte politiche” una volta per tutte e sgombrando l’orizzonte da nuove competizioni elettorali per diverso tempo. Va inoltre ricordato che quando in Spagna si è votato sia per le europee che per le legislative – come nel 1989 e nel 2004 – ciò è sempre avvenuto collocando una distanza di tre-quattro mesi tra i due appuntamenti con le urne.