Istituto Cattaneo

Elezioni europee 2019: chi ha vinto, chi ha perso

Domenica 26 maggio si sono tenute le elezioni europee per la scelta dei rappresentanti italiani nel Parlamento europeo. Il voto ha coinvolto oltre 51 milioni di cittadini e, al di là suo significato sul piano sovranazionale, era considerato da molti analisti e dagli stessi partiti come un test per misurare il consenso delle diverse forze politiche nel contesto nazionale. In particolare, il voto di domenica era ritenuto, dai partiti al governo, come un termometro per stimare il loro consenso tra gli elettori e soprattutto per misurare i loro reciproci rapporti di forza e di influenza. Invece, per i partiti all’opposizione, le elezioni europee erano viste uno strumento per verificare l’efficacia delle loro posizioni e, specialmente per il Partito democratico, la tenuta della nuova leadership di Zingaretti.

Dunque, nonostante il loro carattere europeo, queste consultazioni elettorali assumevano un significato ben più rilevante, che riguardava nello specifico le stabilità o la sopravvivenza stessa dell’attuale governo.

Ma cosa ci dicono realmente i risultati di queste elezioni?
Quali partiti si sono effettivamente rafforzati e quali, al contrario, hanno subito una contrazione dei loro consensi?
Per rispondere a questi interrogativi, l’Istituto Cattaneo ha analizzato i risultati ottenuti dai principali partiti nelle recenti elezioni europee, confrontandoli sia con le Europee del 2014 sia con le più recenti elezioni politiche del 4 marzo 2018.

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