Istituto Cattaneo

Elezioni comunali 2018

Nei 760 comuni chiamati al voto, la partecipazione elettorale cala di circa sei punti percentuali rispetto alle precedenti comunali. Stessa tendenza nei venti comuni capoluogo.

Ancora forti – seppure in calo – le differenze territoriali, tanto nel dato del 2018, quanto in relazione alle amministrative di cinque anni fa e alle politiche del 4 marzo.

Gli elettori del Sud continuano ad attribuire al voto locale una particolare importanza, differentemente dagli elettori del Nord. Tuttavia, tale tendenza è in diminuzione e le differenze tra Meridione e Settentrione appaiono (leggermente) meno marcate.

Come accade di consueto per i principali appuntamenti elettorali che interessano il nostro paese, l’Istituto Cattaneo si è soffermato sull’analisi della partecipazione elettorale anche in occasione delle elezioni comunali del 10 giugno 2018, quando poco meno di 7 milioni di elettori italiani sono stati chiamati alle urne per eleggere i sindaci di 760 comuni, tra i quali 109 comuni superiori (ovvero, con più di 15.000 abitanti), di cui 20 capoluoghi di provincia. Questo contributo – focalizzando la propria attenzione sui soli venti comuni capoluogo – si sofferma su tre diversi aspetti: in primo luogo, ci concentriamo sulla differenziazione territoriale del voto; in secondo luogo, mostriamo l’evoluzione diacronica del fenomeno dell’astensionismo attraverso il confronto con i dati della precedente tornata elettorale; in terzo ed ultimo luogo, presentiamo la comparazione tra partecipazione elettorale alle comunali del 10 giugno e politiche del 4 marzo: per quanto, come è noto in letteratura, il confronto tra elezioni di tipo diverso sia sempre metodologicamente complesso, cionondimeno è interessante osservare se e quanto il fenomeno dell’astensione si determina in misura diversa a seconda della rilevanza che gli elettori attribuiscono all’appuntamento elettorale.

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