Istituto Cattaneo

Elezioni comunali 2018 – Analisi sui flussi elettorali a Catania

Dove sono finiti i voti dei Cinquestelle? Dove nasce la vittoria del centrodestra?

Dopo Brescia, Vicenza, Pisa e Ancona proseguiamo l’analisi dei flussi elettorali con la città più grande tra quelle chiamate al voto il 10 giugno, Catania. Ci occupiamo, come abbiamo fatto coi precedenti comuni, dei flussi elettorali tra le elezioni politiche del 4 marzo e le amministrative di domenica.

Nel considerare i flussi tra queste due elezioni, occorre tener presente che il 4 marzo le urne ci avevano consegnato un quadro di notevole novità rispetto al passato. Un Pd fortemente ridimensionato, un M5s e una Lega ai loro massimi storici. A Catania, in particolare il M5s era arrivato ad un passo dalla maggioranza assoluta dei voti validi (47,6{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f}). Il centrodestra – con la Lega in posizione nettamente minoritaria rispetto a Forza Italia – aveva mostrato una discreta forza (32,7{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f}), mentre il centrosinistra aggregato intorno al Pd si era rivelato particolarmente debole
(13,6{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f}).
A Catania, ancor più di quanto si doveva fare con le città esaminate nei precedenti comunicati, occorre leggere i flussi fra il 4 marzo e il 10 giugno tenendo conto del carattere per certi versi “eccezionale” del risultato delle politiche.

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