Nei 75 comuni superiori richiamati al voto, la partecipazione elettorale cala di circa tredici punti percentuali rispetto alle precedenti al primo turno. Il calo è lievemente più pronunciato nei comuni capoluogo.
Forti differenze territoriali: gli elettori del Sud tendono ad astenersi maggiormente nel turno di ballottaggio.
Nel confronto con cinque anni fa, il calo nella partecipazione tra primo e secondo turno risulta più contenuto quasi ovunque: un segnale della ri-mobilitazione dell’elettorato cinquestelle?
Anche in riferimento al turno di ballottaggio di domenica 24 giugno 2018, l’Istituto Cattaneo si è soffermato sull’analisi della partecipazione elettorale: a distanza di due settimane dal primo turno delle Elezioni Comunali 2018, poco meno di 3 milioni di elettori italiani sono stati richiamati alle urne per eleggere i sindaci di 75 comuni superiori (ovvero, con più di 15.000 abitanti), di cui 13 capoluoghi di provincia (Avellino, Brindisi, Imperia, Massa, Messina, Pisa, Ragusa, Siena, Siracusa, Sondrio, Teramo, Terni e Viterbo) e un capoluogo regionale (Ancona). Questo contributo – focalizzando la propria attenzione sia sui comuni capoluogo che, più in generale, su tutti i comuni superiori – si sofferma su due diversi aspetti: in primo luogo, ci concentriamo sulla differenziazione territoriale del voto nella comparazione tra partecipazione elettorale al primo e al secondo turno; in secondo luogo, mostriamo l’evoluzione diacronica del fenomeno dell’astensionismo attraverso il confronto con i dati della precedente tornata elettorale.