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Comunali 2016 – Zero a zero, palla al centro? I ballottaggi italiani tra conferme, rimonte e sorprese

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Dopo il primo turno del 5 giugno, 126 comuni italiani – e oltre 8 milioni e mezzo di elettori – sono chiamati nuovamente alle urne per eleggere il loro sindaco nel ballottaggio. Tra questi 126 comuni che torneranno al voto, ce ne sono 5 (Civita d’Antino, Ortucchio, Casina, Ardenno, Narzole) che, pur avendo una popolazione inferiore ai 15 mila abitanti, dovranno affrontare il ballottaggio perché il primo turno si è rivelato non risolutivo, nel senso che l’esito della consultazione ha prodotto un pareggio tra i candidati in lizza. All’inizio di questa tornata di elezioni amministrative i comuni “superiori” (oltre la soglia dei 15 mila abitanti) chiamati al voto erano complessivamente 149, ma solo in 28 casi non si è reso necessario il ballottaggio poiché il vincitore ha ottenuto il 50{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f} dei suffragi. Ciò significa che in più dell’80{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f} dei comuni “superiori” (121 su 149) il primo turno non è servito a stabilire il vincitore delle elezioni ed è stato indetto un secondo turno tra i due candidati meglio piazzati.

Tab. 1 Ballottaggi comunali in Italia dal 2010 al 2015

Anno N. di ballottaggi {392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f} sul totale
2010 49 9,2
2011 72 13,5
2012 103 19,4
2013 86 16,2
2014 143 26,9
2015 79 14,8
Totale 532 100,0

Fonte: Istituto Cattaneo

In vista dei ballottaggi di domenica prossima, l’Istituto Cattaneo ha analizzato tutti i 532 casi di ballottaggio municipale che si sono tenuti in Italia dal 2010 ad oggi (vedi tab. 1), per cercare di capire che cosa caratterizza queste votazioni e come si comportano gli elettori al secondo turno. Un’analisi di questo genere è utile perché, da un lato, chiarisce le dinamiche elettorali che si innescano tra i due turni e, dall’altro, getta una nuova luce sulle caratteristiche principali della nuova legge elettorale approvata per l’elezione della Camera dei deputati.

 

  1. La partecipazione elettorale

 

La nostra analisi comincia dalla partecipazione elettorale e, più nello specifico, si domanda se – com’è prevedibile – l’astensione aumenta nel passaggio tra il primo e il secondo turno. Insomma, è vero che al ballottaggio partecipa un numero inferiore di persone? La figura 1 mostra l’andamento della partecipazione nei due turni di elezione in tutti i comuni andati al ballottaggio tra il 2010 e il 2015. Mediamente, l’astensione tra i due turni cresce di oltre 15 punti percentuali: una tendenza che – come emerge dalla figura – è rimasta grossomodo costante nel tempo, con l’eccezione della tornata elettorale del 2014 quando, nel passaggio al ballottaggio, si sono persi ben 19,2 punti percentuali.

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Fig. 1 Votanti al 1° turno e i votanti al ballottaggio in sei tornate elettorali comunali, 2010-2015 ({392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f} su voti validi)

Fonte: Istituto Cattaneo.

 

Se osserviamo il calo della partecipazione nelle 5 zone geo-politiche nelle quali a fini analitici è suddivisibile l’Italia, si nota che l’aumento maggiore dell’astensione tra i due turni di votazione è più alto al Sud rispetto alle altre regioni. Per la precisione, nelle cinque regioni del Sud (Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia), l’astensionismo nel secondo turno aumenta di 16,8 punti percentuali rispetto al primo. Al contrario, nella cosiddetta zona “rossa” (Emilia-Romagna, Toscana, Marche e Umbria), la partecipazione tra primo turno e ballottaggio scende “solamente” di 13,5 punti percentuali.

 

 

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Fig. 2 Votanti al 1° turno e i votanti al ballottaggio nelle quattro zone geo-politiche in Italia, 2010-2015 ({392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f} su voti validi)

Fonte: Istituto Cattaneo.

Nota: la suddivisione delle regioni italiane nelle 5 zone geo-politiche è la seguente: Nord-ovest (Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia), Nord-est (Veneto, Trentino Alto-Adige, Friuli Venezia-Giulia), regioni “rosse” (Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Umbria), Centro (Lazio, Abruzzo, Sardegna), Sud (Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia).

 

  1. La legittimazione democratica degli eletti

 

Quello che possiamo aspettarci domenica prossima è, dunque, un calo consistente della partecipazione, all’incirca di 15 punti: un dato che potrebbe essere addirittura superiore nelle regioni del Sud dove, però, questa tornata di elezioni amministrative, ha visto una crescita meno marcata dall’astensionismo in confronto con altre regioni settentrionali tradizionalmente più partecipative (in particolare nelle elezioni politiche). In ogni caso, la fisiologica diminuzione della partecipazione nel corso del ballottaggio è interpretata da molti studiosi come un vulnus alla legittimità dell’intero processo elettorale e, soprattutto, nei confronti del candidato risultato vincitore. L’argomento non è del tutto infondato, ma si basa sul presupposto che il vincitore del ballottaggio – a causa del calo nella partecipazione – ottenga un numero di voti inferiore rispetto a quelli presi dal vincitore al primo turno. È davvero così? Il vincitore del ballottaggio è eletto da una minoranza di elettori?

Per rispondere a questa domanda, l’Istituto Cattaneo ha analizzato i voti raccolti dai due vincitori: quello “finale” (il più votato al ballottaggio) e quello “parziale” (il candidato più votato nel primo turno). Come emerge dalla figura 3, in quasi l’80{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f} dei ballottaggi municipali tenuti in Italia (532 dal 2010 al 2015) il vincitore “finale” (al ballottaggio) ha ottenuto più voti rispetto al vincitore “parziale”. Nella tornata del 2011 all’incirca nove ballottaggi su 10 (88,9{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f}) hanno garantito al vincitore finale una quota di voti superiore rispetto a quella ottenuta dal candidato che aveva raccolto più voti al primo turno, mentre nel 2014 questa percentuale è scesa al 55,9{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f} (un ballottaggio su due ha prodotto maggiore legittimazione elettorale per il vincitore finale). Quest’ultimo dato, eccezionale rispetto al trend registrato nel quinquennio sotto esame, potrebbe essere legato al calo superiore della partecipazione tra i due turni emerso nel 2014 e commentato poco sopra.

In sintesi, è possibile trarre due “lezioni” dai dati sui ballottaggi municipali appena esaminati. La prima è in sé scontata, ma merita di essere ugualmente rimarcata: per vincere nel secondo turno i candidati devono essere capaci di allargare la propria iniziale platea di consensi. Chi riesce a raccogliere un numero maggiore di consensi rispetto al “primo tempo” delle consultazioni ha – per così dire – la vittoria in tasca. La seconda lezione è che, dal 2010 ad oggi, lo strumento del ballottaggio ha dimostrato di funzionare in Italia, nel senso che, spesso, il candidato che emerge come vincitore dalle elezioni può vantare un surplus di legittimità rispetto all’esito del primo turno. Un risultato non scontato che si presenta di buon auspicio per la futura (ma ancora incerta) applicazione della legge elettorale nota come Italicum.

 

  1. Le rimonte elettorali nei ballottaggi

 

Una delle metafore più (ab)usate nelle due settimane che separano i due turni di elezione è quella secondo la quale il ballottaggio è una nuova “partita” che ricomincia sostanzialmente dal fatidico “zero a zero”. Ma è realmente così? Davvero i ballottaggi ricominciano da una situazione di parità oppure uno dei due giocatori parte avvantaggiato rispetto all’altro? Per rispondere a questa domanda, l’Istituto Cattaneo ha analizzato i risultati elettorali di tutti quei comuni nei quali si è tenuto il ballottaggio tra il 2010 e il 2015. Per la precisione, ci siamo domandati quanti sono stati fino ad oggi i casi di rimonta elettorale, vale a dire quelle situazioni in cui il candidato più votato al primo turno è stato sconfitto nel corso del ballottaggio. I risultati di questa analisi, suddivisi per annata elettorale, sono riportati nella figura 4.

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Fig. 3 Percentuale di ballottaggi in cui il vincitore “finale” non aveva vinto al 1° turno, 2010-2015 (valori {392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f})

 

Fonte: Istituto Cattaneo.

In media, il vincitore del primo round delle elezioni riesce a confermare la propria vittoria anche nel turno successivo (e decisivo) nel 71{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f} dei casi, mentre i casi di rimonta sono all’incirca tre su dieci (29{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f}). Ne consegue, quindi, che i ballottaggi comunali non sono tutti uguali e, soprattutto, che la metafora calcistica dello “zero a zero” non tiene alla prova dei fatti. In molti casi il ballottaggio conferma il responso del primo turno e solo in una (significativa) minoranza di episodi il secondo turno produce un risultato “sorprendente”.

Nel corso degli ultimi anni, tra i ballottaggi più eclatanti si ricordano quelli nei quali ha partecipato il Movimento 5 stelle (M5s). Si rammentino – tanto per limitarci ai casi più noti – le elezioni di Parma (2012), Mira (2012), Comacchio (2012), Livorno (2014), nelle quali i 5 stelle, partendo secondi al primo turno, arrivarono primi al traguardo del ballottaggio. La tabella 2 raccoglie tutti i casi (24) nei quali un candidato grillino ha partecipato al ballottaggio, sfidando una coalizione di centro-sinistra oppure una lista civica. Come si può notare, il M5s ha vinto 13 elezioni su 24 (pari al 54,2{392d0e468fe580ea6caf5ac377d3684124b7dabe7737b05c32233f76f078e26f}) e, quando era in competizione con lo schieramento di centro-sinistra, è riuscito a ribaltare il risultato elettorale del primo turno in 10 casi. Per la natura composita del suo elettorato e per il suo messaggio trasversale e “pigliatutti”, il M5s si dimostra una “macchina da ballottaggio”, in grado di smentire i pronostici della vigilia soprattutto quando sfida un candidato del Partito democratico.

Tab. 2 Ballottaggi municipali nei quali era presente il M5s dal 2010 al 2015 (valori assoluti)

Tipo di ballottaggio N. di ballottaggi N. di vittorie M5s N. di rimonte elettorali del M5s
M5s vs. centro-sin. 21 11 10
M5s vs lista civica 3 2 0
Totale 24 13 10

Fonte: Istituto Cattaneo.

 

 

 

 

 

Analisi a cura di Filippo Tronconi e Marco Valbruzzi

 

 

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