Capitale sociale

Con l’espressione “capitale sociale” si designa l’esistenza – in un collettivo di individui – di quelle condizioni che ne fanno una comunità. La condivisione e il rispetto delle norme informali riducono i costi dell’applicazione delle regole formali e rendono efficace l’affidamento che i singoli fanno negli altri componenti della comunità. In tal modo si crea fiducia come bene pubblico. La stessa espressione viene usata per designare anche le risorse immateriali cui gli individui accedono mediante la loro rete di rapporti sociali, utilizzandoli in vista dei loro progetti di azione. Dunque il capitale sociale è una risorsa morale di una comunità, ma anche uno stock di opportunità a disposizione degli individui. Da qui l’importanza strategica della dotazione di capitale sociale, che presenta dirette ricadute su due ambiti distinti: il grado di integrazione sociale di una società in termini di identità collettive, rispetto delle regole, fiducia interpersonale, partecipazione sociale, legittimità riconosciuta alle istituzioni; la capacità di uno specifico contesto socio-culturale e istituzionale di offrire le condizioni per lo sviluppo economico, contribuendo a potenziare rendimento ed efficacia dell’azione degli attori economici.

Su queste tematiche l’istituto ha avviato nel 2002 un ampio programma di ricerca volto ad esplorare la dotazione di capitale sociale sia a livello nazionale che in specifiche aree territoriali e con riferimento sia alla componente di fiducia e valori condivisi che alla dotazione di reticoli sociali a disposizione degli individui.
La prima fase del programma si è svolta nel 2003, su un campione nazionale, e con approfondimenti sulla realtà territoriale della Romagna. Il programma è coordinato e diretto da Raimondo Catanzaro.

Strettamente collegate al capitale sociale sono le tematiche attinenti al senso civico, ai profili valoriali, alle risorse identitarie e ai sentimenti di appartenenza. In questo campo l’Istituto Cattaneo ha effettuato diverse indagini, relative, ad esempio, all’interesse nazionale nell’istruzione scolastica [Cartocci e Parisi 1997], alla fiducia nelle istituzioni e ai valori dei giovani [Cartocci 2001a; 2002].

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